Il concorso del 1967 per i nuovi uffici della Camera dei Deputati è un importante episodio per l'architettura italiana del dopoguerra poichè è uno dei pochi esempi di dialogo tra il tessuto storico romano e l'architettura contemporanea. L'insolito risultato ex aequo mostra il fallimento del concorso, analizzato in un interessante saggio ad opera di Manfredo Tafuri. A distanza di venti anni, durante la XVII Triennale di Milano, ed in particolare nell'ambito della mostra "Le città immaginate" curata da Pierluigi Nico/in, il Gruppo Romano, guidato da Franco Purini, ritorna su tali argomenti, offrendo una proposta di dislocazione dei Ministeri dal centro alla Periferia Romana. Le analisi effettuate si concentrano sullo strumento compositivo dell'asse, che interviene all'interno del disegno della città. Il ruolo di tale dispositivo è duplice: oltre ad essere strumento ordinatore si propone, nella sua declinazione progettuale, come mezzo di rappresentazione democratica. Viene proposta, in seguito, una lettura parallela che vede come protagonista il piano per Roma del 1927 di Armando Brasini che, usando lo stesso dispositivo, arriva a risultati differenti a causa della diversa rappresentazione del potere richiesta, offrendo in tal modo un contrappeso progettuale ed ideologico.
Tre letture sull'asse. Politica e rappresentazione / Santarsiero, MARIANGELA LUDOVICA; Addario, Francesca; Jashanica, Kaltrina. - (2018), pp. 166-177.
Tre letture sull'asse. Politica e rappresentazione
Mariangela Ludovica Santarsiero;Francesca addario;Kaltrina Jashanica
2018
Abstract
Il concorso del 1967 per i nuovi uffici della Camera dei Deputati è un importante episodio per l'architettura italiana del dopoguerra poichè è uno dei pochi esempi di dialogo tra il tessuto storico romano e l'architettura contemporanea. L'insolito risultato ex aequo mostra il fallimento del concorso, analizzato in un interessante saggio ad opera di Manfredo Tafuri. A distanza di venti anni, durante la XVII Triennale di Milano, ed in particolare nell'ambito della mostra "Le città immaginate" curata da Pierluigi Nico/in, il Gruppo Romano, guidato da Franco Purini, ritorna su tali argomenti, offrendo una proposta di dislocazione dei Ministeri dal centro alla Periferia Romana. Le analisi effettuate si concentrano sullo strumento compositivo dell'asse, che interviene all'interno del disegno della città. Il ruolo di tale dispositivo è duplice: oltre ad essere strumento ordinatore si propone, nella sua declinazione progettuale, come mezzo di rappresentazione democratica. Viene proposta, in seguito, una lettura parallela che vede come protagonista il piano per Roma del 1927 di Armando Brasini che, usando lo stesso dispositivo, arriva a risultati differenti a causa della diversa rappresentazione del potere richiesta, offrendo in tal modo un contrappeso progettuale ed ideologico.File | Dimensione | Formato | |
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